La Caivanella, in scena la vita di Peppino De Filippo

Ideato e progettato dall’associazione Sveglia Caivano, di cui è instancabile animatore Nino Navas, caivanese Doc, anche se solo d’adozione, coadiuvato egregiamente da Mena Ambrosio e Antonio D’Ascoli, il giorno 14 maggio presso il teatro Burlesque di Caivano, messo gentilmente a disposizione dal maestro Crescenzo Autieri, che continua a mietere successi non solo a livello locale, ma anche nazionale, è andato in scena lo spettacolo ‘La mia Caivanella: viaggio in tre fermate nella vita umana e artistica di Peppino De Filippo’.

La vita e le vicende artistiche dei De Filippo sono di grande attualità: infatti, solo qualche sera fa, il 21 maggio, Rai1 ha trasmesso in prima visione la bella fiction di Mario Martone ‘Qui rido io’, interpretata magistralmente da Tony Servillo, in cui, nel presentare la vita di Eduardo Scarpetta, padre naturale dei tre De Filippo, è stato dato ampio spazio alla figura del piccolo Peppino, alla sua felice permanenza nel paese dove è vissuto i primi anni, di cui non viene fatto il nome, ma nel quale, in uno scorcio si intravede il campanile della chiesa di San Pietro.

Per completezza di informazione nel cast degli attori di questa fiction è presente un’altra eccellenza caivanese, l’attore Giovanni Ludeno.

Facendo seguito all’idea dell’associazione di legare Peppino De Filippo a Caivano, dove il grande attore aveva trascorso i suoi primi cinque anni, dal 1903 al 1907, che forse furono i più felici della sua vita, il bravo attore caivanese Antonio Vitale ha dato vita, insieme ad Alfredo Giraldi, anche lui degno rappresentante della nostra comunità, e alla sua compagnia, ad uno spettacolo di grande spessore culturale ed artistico.

Collegati opportunamente dalla voce narrante di Antonio D’Ascoli sono stati presentati alcuni tratti salienti che hanno caratterizzato il percorso umano ed artistico di Peppino De Filippo: la descrizione di alcune favole, declamate egregiamente dagli attori Alfredo Giraldi e Consiglia Aprovidolo; l’atto unico interpretato da Antonio Vitale e Alfredo Giraldi ‘Sik Sik l’artefice magico’, il primo grande successo dei due fratelli De Filippo, datato 1930, di cui Titina ci dà una testimonianza molto più preziosa di tante recensioni che seguirono: ‘Sono le 11 del mattino e stiamo provando Sik Sik; in questo momento abbiamo smesso di recitare, perché stiamo ridendo fino alle lacrime insieme a tutti gli altri che stanno vedendo le prove. La comicità della situazione, quella dei lazzi tra Eduardo e Peppino è così forte da smuovere l’ilarità degli stessi attori’.

Non meno esilarante è stata la performance di Antonio Vitale e Alfredo Giraldi sul palco del Burlesque.

Dopo un accenno all’incontro artistico tra i De Filippo e Pirandello e tra Peppino e Totò, ci si è soffermati sulla separazione tra i fratelli, vista non come evento negativo, ma come occasione per la precisazione dei ruoli che, da quel momento, i due avrebbero assunto.

Peppino: la grande maschera mediterranea, un talento naturale che coglie fulmineo lo spunto e lo rivolta in comicità.

Eduardo: l’attore e autore moderno e sensibile, comico anche lui, ma già allora con una amarezza in fondo al cuore, che, prima o poi, trasformerà il suo sorriso in una smorfia di dolore.

Molto risalto poi, è stato dato al rapporto che legò in maniera viscerale Peppino alla sua balia Consiglia: con la sua fervida inventiva, il regista Vitale ha presentato un incontro, solo ideale, tra il grande attore e la sua balia, ormai anziana, mai dimentica però di tutti i bambini a cui ha dato la vita col suo latte.

L’incontro tra i due, interpretati dai bravissimi attori Daria Fiorillo e Gennaro Iago Esposito, tenero, affettuoso, è in sintonia con quanto Peppino dice del suo soggiorno a Caivano, cui dedica ben 7 pagine (da 373 a 380) del suo libro ‘Una famiglia difficile’.

Con tanta nostalgia egli ricorda ‘il caldo tepore naturale del corpo della sua cara e buona balia Consiglia’; suo marito Giorgio, che ‘dopo una giornata di lavoro tornava allegro e sorridente, se lo metteva a cavalcioni sulle spalle e lo portava fino a casa, dove, tra un boccone e l’altro, si informava dell’andamento della giornata’; la sorellina Maria ‘una piccola donna che badava a lui, gli raccontava qualche storiella per tenerlo buono quando la balia era fuori casa, lo teneva per mano quando doveva affrontare il difficile passaggio di un ponticello.’

La casa e la famiglia di Caivano resteranno: ‘il luogo più bello, la sorgente gioiosa degli affetti. Quella casa è stata mia e io l’ho amata, desiderata e tenuta costantemente nei miei ricordi’.

Lo spettacolo, intervallato da gradevolissimi intermezzi musicali con le canzoni ‘Uocchie c’arraggiunate’ di Eduardo, ‘Te voglio bene assaje’ e ‘Era di Maggio’, interpretate dalla bella voce di Imma Russo, accompagnata alla chitarra dal maestro Francesco Coppeto, si è concluso in modo straordinario con la lettura di due documenti di notevole importanza storica: due lettere del 1962, del sindaco dell’epoca Giuseppe Lanna e di Peppino De Filippo, di cui dà notizia Il Mattino nell’ articolo ‘Peppino De Filippo caivanese di adozione’.

E’ stato possibile usufruire di questo materiale di grande interesse grazie al lavoro incessante e pregevole di due storici locali: il dott. Giacinto Libertini e il geometra Ludovico Migliaccio.

Quando si diffuse la notizia dell’intitolazione della villa romana di Peppino De Filippo, ‘La Caivanella’, in ricordo del suo soggiorno a Caivano, il sindaco Lanna gli scrisse.

La lettera del sindaco Lanna a De Filippo 30 aprile 1962

Caro Peppino, scusami il tono confidenziale, ma lo giustifico, la mia emozione nel doverti ringraziare col cuore di sindaco di Caivano, per aver tu rievocato questa terra benedetta nei ricordi della tua fanciullezza ed anche la mia.

Se sapessi quante volte abbiamo parlato di te, con la tua nutrice io e il comune indimenticabile amico Vincenzino Cafaro, e come ci siamo sempre gloriati dei tuoi successi, considerandoti sempre un nostro caro concittadino di adozione.

Oggi mi è somma ventura porgerti un lieto saluto dei tuoi ammiratori caivanesi, che ti ringraziano di aver tanto amorevolmente ricordata la cittadina della tua felice infanzia, nel titolo della tua nuova villa.

Ti auguro che ‘Caivanella’ ti sia rifugio caro, tranquillo e gradito e che ti riporti sempre la dolcezza della tua prima età, nella tua vita movimentata, anche se piena di successi e trionfi.

Con tutta la effusione del mio animo.

Ho conosciuto personalmente il sindaco Lanna, di cui ho un affettuoso ricordo: molto amico di mio padre, era da lui delegato a presenziare ai colloqui con i professori della scuola da me frequentata. Il liceo Giannone di Caserta, città in cui svolgeva la sua attività lavorativa.

Il 4 maggio del 1962 Peppino De Filippo rispose alla lettera del sindaco Lanna per ringraziarlo, mentre il 18 luglio in un’altra missiva lo pregò di far recapitare un suo commovente scritto alla balia, da lui tanto amata, ma di cui non conosceva l’indirizzo.

La lettera di Peppino De Filippo 4 maggio 1962

Carissimo amico, mi è giunta graditissima la tua lettera e commosso ti ringrazio dal profondo del cuore. Caivano è stata la dolce terra della mia infanzia e tu non puoi immaginare, né credo lo possano immaginare i caivanesi stessi, che caro ricordo io ne conservi.

Tienilo bello il paese e tanto caro. Dico ‘paese’ perché tale è rimasto nel mio ricordo affettuoso, ora sarà una cittadina e lo merita.

Sono cresciuto al sole di Caivano e all’ombra degli alti vigneti m’è rimasto nel sangue, credimi, il calore benedetto di quella terra e della frescura delle sue campagne ubertose.

La mia ‘Caivanella’ di Roma vuole essere solo un nostalgico ricordo e questo non poche volte viene a rasserenarmi lo spirito.

Un caro abbraccio all’amico Cafaro a cui sono legato da franca e leale amicizia e anche gratitudine (ha sollevato varie volte le mie miserie giovanili…).

Se mi sarà possibile verrò a fare una scappatina a Caivano per rivedere ogni cosa delle vecchie cose.

Cordialmente e con tanti auguri – Peppino De Filippo

il quadro del maestro Fiore

Anche il pittore Mattia Fiore, un’altra eccellenza di Caivano, ha reso onore al nostro Peppino con un quadro in cui lo ha ripreso in tre momenti della sua carriera, accomunandolo al nostro castello, per sottolineare il suo legame con Caivano.

Questo spettacolo, come anche l’altro, Caivanum Felix, ideato, realizzato e rappresentato al pubblico di Caivano la scorsa estate da Antonio Vitale, ‘merita altri viaggi’, come ha opportunamente commentato il maestro Crescenzo Autieri, che di queste cose se ne intende egregiamente.

Ben vengano gli eventi musicali, Finizio e altri big della musica leggera, ma si dia spazio a queste rappresentazioni, che sono anch’esse di grande spessore artistico, ma soprattutto culturale ed educativo.

Si portino questi spettacoli nelle scuole di Caivano, tra i giovani perché ‘Dobbiamo riscoprire la nobiltà delle nostre origini, per rendere più solide le radici della democrazia, perché possa prevalere quel senso di equilibrio, quel senso di giustizia, perché possa rinascere in tutti il gusto della partecipazione, perchè tutti possano diventare protagonisti veri del proprio destino’.

Dall’ultimo discorso pubblico di Peppe Crispino ai cittadini di Caivano –12 Giugno 1994)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *